Welfare aziendale e Terzo Settore: nuove prospettive per il welfare di prossimità
Il ruolo del Terzo Settore e del welfare di prossimità sono stati al centro dell’intervista di Veneto Welfare con Franca Maino – professoressa associata presso l’Università degli Studi di Milano e direttrice scientifica di “Percorsi di Secondo Welfare” – e con Valentino Santoni – ricercatore dello stesso laboratorio.
Come riportato da Maino e da Santoni, la contrattazione collettiva ha visto un significativo incremento del welfare aziendale nell’ultimo decennio. A giugno 2023 il welfare derivante dai CCNL coinvolgeva il 20% dei lavoratori e circa il 12% delle imprese italiane. Attualmente gli importi medi a disposizione dei dipendenti variano tra i 150 e i 200 euro. E anche la contrattazione di secondo livello, che interessa un contratto aziendale o territoriale su tre, mostra una crescita costante, come confermato dai dati di OCSEL, di CGIL e della Fondazione di Vittorio.
Maino e Santoni hanno discusso anche l’impatto delle normative sui fringe benefit, sottolineando i rischi di una loro eccessiva centralità. Dichiarano che il valore del welfare aziendale risieda nella capacità di rispondere a bisogni sociali come sanità, assistenza ed educazione, evitando che si riduca a un meccanismo di consumo basato su buoni spesa o su buoni di acquisto in generale.
Maino e Santoni hanno, quindi, evidenziato l’importanza delle reti territoriali per il welfare di prossimità, identificandone tre tipologie:
- reti di domanda, per supportare le organizzazioni con difficoltà nell’adozione di pratiche di welfare;
- reti di offerta, che coinvolgono fornitori locali per creare sinergie;
- reti per beneficiari esterni, che estendono i servizi oltre i confini aziendali.
Il Terzo Settore può assumere un ruolo chiave in queste reti, soprattutto attraverso progetti di welfare “a chilometro zero”.
Un esempio concreto di welfare “a chilometro zero” è stato “Valoriamo”, un progetto realizzato nella provincia di Lecco con il sostegno della Fondazione Cariplo tra il 2019 e il 2022. Questo sistema di welfare a km0 ha coinvolto cooperative sociali e imprese locali per co-progettare servizi e per promuovere l’inserimento lavorativo di persone vulnerabili. “Il Terzo Settore è stato stimolato a innovare, offrendo servizi più rispondenti alle esigenze del contesto locale”, hanno spiegato Maino e Santoni.
Questa esperienza, tra le tante, dimostra come il Terzo Settore possa realmente contribuire a creare un welfare territoriale innovativo e inclusivo, valorizzando le risorse locali e promuovendo l’integrazione sociale.