Disparità retributiva di genere: anche le donne trevigiane sono vittime di violenza salariale

Disparità retributiva di genere: anche le donne trevigiane sono vittime di violenza salariale

Parità di genere nel lavoro: questo il focus del convegno che si è svolto mercoledì 17 aprile all’Auditorium Sant’Artemio della Provincia di Treviso, a che rientra tra le iniziative di Equamente al lavoro, campagna della Regione del Veneto in collaborazione con Veneto Lavoro per la promozione della parità retributiva.

Organizzato grazie al supporto della Consigliera di Parità di Treviso e con il Patrocinio della Provincia di Treviso e del Comune di Treviso, l’evento rappresenta la quinta tappa di una serie di incontri, uno per provincia del territorio regionale veneto, che sono in programma fino a maggio 2024. Obiettivi delle numerose iniziative sono la riflessione e la promozione della parità retributiva tra uomo e donna, come previsto dalla Legge Regionale 3 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno dell’occupazione femminile stabile e di qualità”, approvata dal Consiglio Regionale del Veneto il 15 febbraio 2022.

Dopo i saluti istituzionali della Consigliera Regionale di Parità Francesca Torelli e di Gloria Tessarolo, assessora alla Città Inclusiva del Comune di Treviso, l’introduzione al tema della parità è stato affidato a Monia Barazzuol di Veneto Lavoro, Tiziana Botteon, consigliera di Parità della Provincia di Treviso e Lucia Patti dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro TV-BL sede di Treviso.

Il presidente della Provincia di Treviso, non presente per un imprevisto, ha portato i suoi saluti evidenziando come ospitare la tappa trevigiana del progetto “Equamente al lavoro” sia un’occasione per ricordare come la Pubblica Amministrazione possa essere davvero un esempio positivo ed efficace anche in tema di parità retributiva: nella Provincia di Treviso infatti, su un totale di 309 dipendenti, 166 sono donne; inoltre, tra i 4 Dirigenti, 2 sono donne e 2 sono uomini. Parità anche nelle 19 Posizioni organizzative, ovvero tra i dipendenti con maggiore responsabilità e funzioni di coordinamento: 52,6% donne e 47,4% uomini. Sul fronte politico-amministrativo, inoltre, la Provincia di Treviso è anche prima Provincia in Veneto per numero di sindache: 24 in totale (25,5%) nei 94 Comuni della Marca, un dato in costante crescita negli ultimi 20 anni. Numeri positivi anche nei concorsi: il 74% dei candidati che ha superato positivamente le selezioni più recenti per lavorare negli Enti locali è donna. Quella del settore pubblico, però, rappresenta solo una parte dello scenario socio-economico del territorio: pertanto l’obiettivo, sollevato dal progetto regionale Equamente al lavoro, è quello di riflettere sull’urgenza di trovare soluzioni efficaci per offrire ai lavoratori migliori condizioni per gestire l’equilibrio vita-lavoro, diminuendo così il divario occupazionale purtroppo ancora elevato in tutto il Paese.

Come rilevato da Tiziana Botteon, Consigliera di Parità della Provincia di Treviso, nei primi 3 mesi e mezzo del 2024 le richieste di aiuto sono passate da 7 a 14, rispetto allo stesso periodo del 2023. La Consigliera di parità ha inoltre sottolineato che sono in corso diversi progetti mirati a promuovere la sensibilizzazione, l’ascolto, la prevenzione e la risoluzione delle segnalazioni, incluse quelle riguardanti le discriminazioni salariali, registrate anche nella Pubblica Amministrazione: su un campione di 30 comuni della Marca, le posizioni apicali vedono un 53% di donne e un 47% nelle posizioni apicali, però con una media di stipendio del 2,8% in meno.

I DATI SUL GAP OCCUPAZIONALE e RETRIBUTIVO in Veneto e a Treviso
Secondo il Rapporto sulla situazione del personale nelle aziende con oltre cinquanta dipendenti, curato dalla Regione del Veneto in relazione al biennio 2020-2021 e recentemente presentato, su un totale di 3272 aziende venete la percentuale di donne occupate è del 44,9% con una percentuale del 33,9% di donne dirigenti. Nello specifico della provincia di Treviso la percentuale di donne occupate è leggermente inferiore alla media regionale con il 42,7%, ma migliora la presenza nelle posizioni dirigenziali, con 35,4%.

Se si analizza nello specifico il gap retributivo del campione si osserva che in tutte le province venete lo stipendio medio delle donne è inferiore a quello degli uomini, ma Treviso, insieme a Rovigo, sono le province dove si registra la busta paga femminile più alta, con il gap uomo-donna più contenuto.

La situazione è trasversale in tutte le province del Veneto e in qualsiasi settore, anche in quelli dove la presenza femminile è più ampia. Persino nel settore dell’Amministrazione Pubblica, dove la quota di donne occupate è pari al 73% sul totale occupati, gli uomini prendono in media all’ora 13 euro lordi in più delle loro colleghe. Alta la differenza stipendiale anche nelle attività finanziarie e assicurative, negli altri servizi collettivi e personali e nel commercio. Il settore dove si guadagna meno in assoluto è quello degli alberghi e ristorazione, mentre il settore finanziario garantisce redditi più elevati.

Come evidenziato da Anna Piovesana, avvocata docente di diritto del lavoro all’Università di Udine, scopo della Legge Regionale 3/2022 è anche stabilizzare i differenziali retributivi. Attraverso il Registro delle Imprese virtuose, si intende attribuire punteggi aggiuntivi per accesso a bandi, gare, concorsi, appalti; il sistema di premialità verrà applicato alle aziende che diffondono i dati su formazione, gap salariali, tutela maternità, equo riconoscimento delle qualifiche personali, nonché alle imprese che offrono stabilità lavorativa alle donne vittime di violenza.

Stefano De Vallier, presidente dell’Ordine Consulenti del Lavoro di Treviso, ha riflettuto sul Gender Pay Gap, evidenziato che in Italia le donne percepiscono in media il 5% in meno degli uomini, mentre a livello europeo questa differenza raggiunge il 13,5%, aumentando significativamente al 27,3% nei ruoli dirigenziali. Di più, nel 2022 le donne hanno percepito in media 6.500 euro in meno rispetto agli uomini, dato condizionato dal fatto che le donne lavorano meno ore perché spesso ricorrono ai part-time per dedicarsi alla cura della famiglia.

Barbara Camerin, presidente CPO Ordine Avvocati di Treviso ha poi portato la discussione sugli interventi normativi in atto per contrastare il divario salariale, sottolineando come la parità retributiva convenga a tutti: colmando la disparità di genere, il PIL potrebbe aumentare del 10%. La Convenzione di Istanbul definisce infatti la violenza sulla donna come sessuale, psicologica ed economica, proprio a conferma che il divario salariale è un reale ostacolo alle pari opportunità. Inoltre, come evidenziato da Claudia Golding, premio Nobel Economia 2023, solo il 6% delle donne lavora 50 ore settimanali, il restante ne lavora meno perché maggiormente impegnate nelle attività  di cura.

Nel settore dell’avvocatura, le donne seguono principalmente il diritto di famiglia e dei minori, lasciando ai colleghi uomini gli ambiti finanziari e ambientali, settori che vengono retribuiti maggiormente. Questo fenomeno contribuisce al Gender Pay Gap e sottolinea l’importanza di implementare sistemi di welfare per garantire la tutela anche delle professioniste.

I lavori sono proseguiti lasciando spazio alle analisi e alle esperienze dal mondo del lavoro con gli interventi di Rosanna Careddu e Alessia Salvador per CGIL, CISL e UIL, Barbara Barbon per la Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Emanuela Comisso, HR specialist di Galdi Srl, Antonella De Giusti, consigliera CDA di Piave Servizi Spa e Serena Campeotto, socia di Tendital Srl.

Hanno concluso la mattinata alcune testimonianze dal mondo della scuola e della formazione e la presentazione dei progetti PARI che si stanno realizzando sul territorio provinciale. In particolare, Greta Maniero, Business Development Manager Politiche Attive Triveneto Manpower Srl ha illustrato il progetto “WE.LA.PA. Welfare, lavoro e parità”; Daniella Todesco, Unindustria Servizi & Formazione Treviso Pordenone il “Female Skills”; Jessica Marcon, coordinatrice Progetti Treviso Fondazione ENAC Veneto C.F.P. Canossiano l’iniziativa “Minerva: STEAM al femminile” e Melissa Palermo, Referente Ecipa SCARL con il progetto “G.I.R.L.S. Giovani Innovatrici in Rete, Leader nella Società”.

In sala erano presenti un centinaio di studenti dell’Istituto Fermi di Treviso e dell’Istituto Nightingale di Castelfranco Veneto: la campagna Equamente al lavoro prevede infatti il coinvolgimento di numerose scuole, con incontri e attività laboratoriali con gli studenti. I prossimi appuntamenti con le scuole saranno a maggio al Liceo Flaminio di Vittorio Veneto  e all’ENAIP di Rovigo.

LA CAMPAGNA DELLA REGIONE VENETO PER LA PARITA’ RETRIBUTIVA

La campagna Equamente al lavoro prevede una serie di eventi sul territorio con associazioni di categoria, professionisti, imprese e iniziative nelle scuole realizzati in collaborazione con le Consigliere di Parità provinciali e l’Ispettorato Interregionale del Lavoro Area Nord-Est. L’obiettivo è quello di promuovere una riflessione sul tema della parità nei luoghi di lavoro, dare risalto alle disparità salariali e alle buone pratiche che contrastano tale fenomeno, coinvolgendo studiosi ed esperti della materia e gli stakeholder del territorio.

La campagna sta inoltre realizzando alcuni incontri nelle scuole di secondo grado del territorio regionale per dialogare con gli studenti e le studentesse sul tema della parità di genere, a contrasto delle discriminazioni negli ambienti di studio, di lavoro e familiari. Veneto Lavoro ha inoltre attivato alcune collaborazioni per studi e analisi con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università degli Studi di Padova per approfondire il tema della parità di genere e, in particolare, il divario occupazionale e retributivo.

Dopo aver fatto tappa a Vicenza, Padova, Rovigo e Treviso, il prossimo convegno della campagna Equamente al lavoro farà tappa a Verona il 10 maggio.