Previdenza Complementare: pianifica il tuo futuro per tempo

Cos’è la previdenza complementare?
È uno strumento volontario che consente di integrare la pensione pubblica e garantire un reddito più adeguato una volta smesso di lavorare. Aderire fin da giovani conviene: più tempo accumuli, più sicurezza avrai in futuro.

Perché approfondire il tema?

Negli ultimi decenni, il sistema pensionistico pubblico italiano è cambiato molto; in particolare:

  • oggi la pensione si calcola in base ai contributi effettivamente versati durante la vita lavorativa, e non più sulle ultime retribuzioni percepite. Con il metodo contributivo, chi entra tardi nel mondo del lavoro, ha periodi di inattività o passa dal full time al part time accumula meno contributi e, di conseguenza, avrà un assegno pensionistico più basso. Carriere discontinue o con retribuzioni ridotte incidono quindi negativamente sull’importo finale della pensione;
  • l’età per andare in pensione si è alzata così come gli anni di contributi necessari per il pensionamento (anzianità contributiva). Questo cambiamento è legato all’allungamento della speranza di vita nel nostro Paese: vivendo più a lungo, le pensioni devono essere pagate per un periodo maggiore. Per garantire la sostenibilità del sistema, oggi si chiede ai lavoratori di restare attivi più a lungo nel mondo del lavoro, accumulando più contributi prima di accedere alla pensione.

Come funziona?

E’ sempre possibile iscriversi ad un fondo pensione. L’obiettivo è quello di ricevere al pensionamento una rendita mensile, integrativa alla pensione pubblica, e/o una quota di capitale, a seconda delle esigenze che si presenteranno. Prima di tale “traguardo” si potrà comunque utilizzare anticipatamente, in tutto o in parte, quanto maturato a seconda che si richiedano riscatti o anticipazioni.

La previdenza complementare è inoltre fiscalmente conveniente principalmente per tre motivi:

  • è possibile dedurre i contributi volontari versati dal reddito imponibile IRPEF fino a un massimo di 5.164,57 euro all’anno. Se, ad esempio, un lavoratore ha un reddito imponibile di 35.000 € l’anno e versa 5.000 € in un fondo pensione, il fisco applica l’IRPEF come se avesse guadagnato 30.000 €, determinando un “risparmio fiscale” di 1.750 € circa;
  • i rendimenti raggiunti dai fondi pensione sono tassati tra il 20% e il 12,5% (titoli di Stato). Aliquote inferiori rispetto ad altri strumenti di risparmio come i conti deposito o investimenti tradizionali (imposta al 26%);
  • al pensionamento – ma anche per prestazioni intermedie specifiche – l’imposta finale è pari al 15%, percentuale che decresce fino al 9% in base agli anni di iscrizione maturati nella previdenza complementare. Anche il TFR se versato al fondo pensione, beneficerà di tale agevolazione – in caso contrario, la tassazione si baserà sulla aliquota media IRPEF degli ultimi 5 anni. 

I contributi versati vengono investiti in base alle indicazioni fornite dall’iscritto che dovrebbero basarsi su:

  • orizzonte temporale dell’investimento: in un fondo pensione dovrebbe corrispondere agli anni mancanti al pensionamento
  • propensione al rischio: rappresenta il livello di incertezza che una persona è disposta a tollerare nelle proprie decisioni finanziarie, ovvero quanto un investitore è disposto ad accettare potenziali perdite economiche in cambio della possibilità di ottenere rendimenti futuri più elevati. 
  • capacità di risparmio: se medio/elevata, crea un cuscinetto di sicurezza che permette di mantenere l’investimento anche in periodi di difficoltà finanziaria, evitando di dover liquidare in momenti sfavorevoli di mercato.

Covip (Autorità di Vigilanza sui fondi pensione) distingue tra 4 categorie d’investimento:

  • Azionaria: l’investimento si compone per oltre il 70% in azioni
  • Bilanciata: l’investimento si compone tra il 30% e il 70% in azioni
  • Obbligazionaria miste: l’investimento si compone fino ad un massimo del 30% in azioni e il resto in obbligazioni
  • Obbligazionaria pure: l’investimento si compone al 100% di obbligazioni
  • Garantita: offrono una garanzia di rendimento minimo o di restituzione del capitale versato al verificarsi di determinati eventi (ad esempio, al momento del pensionamento).

Come aderire?

Il primo passo è valutare attentamente quale fondo pensione meglio si adatta alle proprie esigenze; è bene prestare attenzione a 

  • costi applicati
  • rendimenti medi maturati
  • tempi e modalità per le richieste di anticipazione, riscatto, prestazione previdenziale
  • riconoscimento del contributo datoriale

Prima di aderire, è necessario consultare i documenti “Informazioni chiave per l’aderente” e “Informativa sulla sostenibilità”: sono fondamentali poiché definiscono le caratteristiche della forma pensionistica complementare e le condizioni che regolano la sua partecipazione.

Se il contratto di lavoro (o un eventuale accordo aziendale) lo rende possibile, puoi aderire a Solidarietà Veneto, fondo pensione accreditato nell’Elenco regionale delle forme di Welfare collettive accreditate ed operanti nel territorio della Regione del Veneto (Legge regionale 15/2017).

Se invece il contratto di lavoro non prevede tale possibilità oppure se si valuta l’iscrizione ad un altro fondo pensione, le opzioni a disposizione sono: 

  • fondo pensione di categoria previsto contrattualmente dall’azienda   
  • fondo pensione aperto, istituito da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM)
  • PIP (piani individuali pensionistici) promosse da imprese di assicurazione.

E dopo l’adesione?

  • Ogni anno ricevi il Prospetto delle Prestazioni Pensionistiche – Fase di Accumulo, un documento dettagliato che consente di analizzare dati e risultati registrati l’anno precedente. Ogni fondo pensione è tenuto a mettere inoltre a disposizione un’area riservata personalizzata, al cui interno l’iscritto può verificare in tempo reale i principali aggiornamenti (capitale maturato, contributi versati, rendimento dell’investimento, ecc) e predisporre le principali richieste (anticipazioni, riscatti, variazioni anagrafiche, ecc).
  • è possibile modificare le scelte iniziali su: quanto versare al fondo, la scelta dell’investimento (auspicabile con il ridursi dell’orizzonte temporale alla pensione) e i nominativi dei beneficiari in caso di premorienza. Dopo due anni di iscrizione (o anche prima se si perdessero i requisiti di partecipazione) è altresì prevista la possibilità di trasferire quanto maturato presso un altro fondo pensione, mantenendo gli anni di anzianità alla previdenza complementare. 
  • Si potrà utilizzare il proprio fondo pensione rispetto alle necessità/priorità di ciascun iscritto:
    • per anticipi e riscatti (ben consapevoli che ogni utilizzo anticipato e non reintegrato andrà inevitabilmente ad incidere sulle prestazioni pensionistiche future)
    • attivando R.I.T.A. (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), prestazione che consente di ricevere, sotto forma di rendita temporanea, una parte o l’intero capitale accumulato.
    • attendendo la pensione per ricevere una pensione aggiuntiva rispetto a quanto erogato dal sistema pubblico e non modificare il proprio tenore di vita oppure richiedendo, in tutto o in parte, il capitale maturato in conto corrente (verificare le condizioni per la richiesta).

🌍 Per approfondire

Vai nella sezione dedicata del sito Veneto Welfare per approfondire in modo puntuale la previdenza complementare.

Vai su www.covip.it per accedere al comparatore dei costi, simulare la tua pensione e scaricare le guide complete.

🎯 Simulatori

Elenco dei rendimenti dei fondi pensione, a cura di Covip: https://www.covip.it/per-gli-operatori/fondi-pensione/costi-e-rendimenti-dei-fondi-pensione/elenco-dei-rendimenti